2 Agosto 2005

"La Mecca" per un fan fondamentalista non può che trovarsi al 3400 di Riverside Drive a Burbank, poco fuori Los Angeles. Venendo dalla West Alameda Avenue si passa davanti agli NBC Studios dove nello studio 3 si registra il Tonight Show con Jay Leno (a conferma, oltre ad una gigantesca insegna, una fiumana di gente in fila per entrare). Gli Studios della Warner Bros (la Mecca per l'appunto :)) si trovano poco più avanti, e anche qui i segnali che indicano che si è arrivati alla meta sono ben di più del semplice "Arrivo!" esclamato trionfalmente dalla signorina Chiara dall'altoparlante del navigatore satellitare. Un viale puntellato di palme fa da entree ad un grattacielo alto, grigio e con finestre a specchio e a raso, che monta in un angolo della sua sommità il simbolo leggendario della casa di produzione fondata più di ottant'anni fa da quattro fratelli di origine polacca.

Per chi vuole fare le cose per bene, c'è un vialetto, indicato da un insegna ben visibile, che porta al parcheggio per i visitatori a 5 dollari per tutta la giornata, chi invece ha stipulato la polizza contro il furto e il danneggiamento con la società di noleggio della propria auto può lasciarla gratuitamente sul lato opposto della strada (sempre che riusciate a trovare il posto) :).

Per la visita agli Studios attualmente si può optare per due diverse formule: - il VIP Tour: 39,00$ della durata di circa 2 ore e mezza. - il Deluxe Tour: 125,00$ per 5 ore di visita approfondita, pranzo incluso (necessita prenotazione). Se, come me, vi avventurate in agosto il consiglio (lo stesso che hanno dato a me) è probabilmente quello di rimandare la vistita "Deluxe" in autunno-primavera, quando girando più o meno liberamente per i vari padiglioni o bevendo un caffè al bar, si hanno concrete possibilità di incontrare attori più o meno famosi e di scattare qualche foto insieme.

Una volta dentro, dopo essersi sottoposti alla consueta routine del metal-detector (ormai negli USA ti controllano anche prima di coricarti a letto), i furbacchioni ti parano davanti direttamente lo shop con i gadgets di tutte le serie di maggior successo: Friends, O.C., Smallville, E.R., Nip/Tuck, oltre ovviamente alle star dei cartoni animati. Inutile dire che si trova di tutto: maglie, magliette, felpe, cappellini, portachiavi, tazze, tazzoni, calamite, poster, dvd, tutto ovviamente e rigorosamente "ufficiale", che è un modo elegante per dire che paghi tutto il triplo! Ovviamente si conta sul fatto che molti fan, dopo aver percorso migliaia di chilometri, se ne fregano di pagare 5 dollari un adesivo e 10 una spilletta, pur di tornare a casa con un ricordo di quel "luogo di culto". E che vi devo dire.... hanno ragione! :)

Subito dietro lo shop c'è la biglietteria, e uno Starbucks Coffee con di fronte le statue di cera di Neo, Harry Potter e Superman. Per fare il biglietto, anche qui, peggio che passare la dogana: peggio solo perchè oltre al passaporto e mille domande, devi anche pagare. :) Anyway, un tour ha inizio ogni 10-15 minuti, quindi dopo qualche minuto di attesa, si entra in una piccola sala di proiezione (una trentina di posti a sedere), in cui si assiste alla proiezione di un video che racconta brevemente la storia della Warner Bros., passando per i suoi più grandi successi cinematografici e televisivi. Da segnalare uno spezzone di una puntata di Friends in cui la traccia audio cambia continuamente, da quella originale, passando per tutti i vari doppiaggi, italiano compreso. La scelta di Friends per rappresentare la diffusione di un prodotto Warner nel mondo lascia ben sperare per il prosieguo della visita, che spero contenga quanti più riferimenti possibili alla tanto amata sit-com.

Finita la proiezione si passa all'esterno, dove si sale su dei piccoli cart elettrici da 12 posti + il guidatore che sarà anche la guida per il resto del tour. L'uso di videocamere è assolutamente vietato, mentre le foto non sono consentite solo in determinati punti (purtroppo per me importantissimi) della visita. Il cart fa il suo ingresso negli studios da uno dei tanti varchi che li circondano (il 5 per l'esattezza), credo di fare peccato veniale aggiungendo che uno di questi varchi si vede in uno degli "stacchi" che si sono usati durante la prima serie di "Joey". La prima cosa che fotografo a volo, mentre il cart è in moto, è la cisterna per l'acqua con il grande scudetto della WB impresso sopra.

Prima fermata: la guida ci fa scendere in un parcheggio davanti a degli uffici. Non posso far a meno di notare che una porta, è aperta e una ragazza sui 18 anni con il suo book di foto in mano aspetta nervosamente il suo turno. La foto ci sta tutta! Mi soffermo poi a guardare i posti auto davanti agli uffici, contrassegnati da uno scalino di cemento intonacato con su scritto il nome della persona a cui il posto è riservato: l'ultimo a destra (vuoto) dice "M. Kauffman". Alla mia domanda la guida conferma, sorridendo, il mio sospetto e ancora un click! Adesso si cammina un po' a piedi. Svoltato un angolo ci ritroviamo in una strada piena zeppa di edifici su entrambi i lati, tutti clamorosamente "di scena": non un mattone, spiega la guida, è stato utilizzato per mettere in piedi anche uno solo di quelli che, apparentemente, sembrano essere solide mura perimetrali. Le citazioni fioccano: moltissime delle scene esterne di molti film di successo sono state girate in quelle vie, dai Gremlins, all'Ultimo Samurai. Si ritorna al parcheggio e si risale frettolosamente sul veicolo. La ragazza di prima non c'è più, sarà dentro per l'audizione. Speriamo la prendano, magari mi ritrovo la foto di un'attrice famosa quando non era ancora famosa. La pagheranno bene su ebay? ;)

Seconda fermata: Anche per uno non proprio appassionato come me è impossibile non riconoscere l'esterno del più famoso ospedale di Chicago: il County General Hospital (anche perchè c'è scritto! :P). La visita si svolge principalmente in quello che è il set per gli esterni, tanto per intenderci, la strada dove sono parcheggiate le ambulanze e l'ingresso del pronto soccorso, le cui porte automatiche sono tali solo nel momento in cui il regista fa segno a due persone di tirare le due ante delle porte... a mano!! :) Dietro lo sportello dell'accettazione, ovviamente, il nulla più assoluto, il resto delle scene interne viene girato in uno dei padiglioni in cui è allestito il set "permanente". Anche qui, pur essendo clamorosamente OT, una bella raffica di foto.

Si risale sul nostro ormai fidato mezzo di trasporto, e si passa davanti al set esterno di Gilmore Girls, ma la guida non si ferma, si limita a farlo notare (foto a volo). Quando cominciavo a sentirmi un po' deluso dal fatto di non aver visto ancora nemmeno un posto riferito a Friends dopo quasi un'ora, ecco una tripletta: in rapida successione il posto dove Ross chiede a Emily di sposarlo (cambio pile, foto mancata :( ), e dietro la curva successiva uno spazio verde che la guida ci informa essere una riproduzione del Central Park a New York dove tra l'altro si sono girate le scene della puntata in cui Rachel e Phoebe vanno a fare jogging al parco (foto! meglio del cambio gomme Ferrari :) ), e sulla stessa strada il vecchio taxi giallo di Phoebe, e ormai le foto non si contano più.

Terza fermata: l'escalation di riferimenti, recepiti durante la passeggiata in cart, era solo un antipasto molto ma molto ridotto rispetto ai piatti forti che si apprestavano a venire. La guida (maledetto!) ci fa riporre tutte le fotocamere in uno stipetto sotto il suo sedile: la zona che ci apprestiamo a vedere non può essere fotografata! Intorno a noi una serie di padiglioni enormi, la cui entrata sarà alta dieci metri e larga otto. Entriamo e ci imbuchiamo in uno dei padiglioni sulla sinistra, e via su per una scaletta semibuia inglobata tra teloni neri. Finalmente, arrivato in cima svolto a destra seguendo il gruppo, lo spazio si apre e davanti ai miei occhi quello che tanto speravo di vedere da anni e che in un attimo si è improvvisamente materializzato davanti a me: il tempio, la cattedrale, il luogo che ogni fan accanito dovrebbe visitare almeno una volta nella vita: l'interno dello Stage 24.

Le scalette ci avevano portato sulle "tribune" dalle quali il pubblico per 10 serie aveva riso e applaudito alle battute di Chandler, ai baci di Ross e Rachel, alle isterie di Monica, all'eccentricità di Phoebe e alle ingenuità di Joey, unico superstite dei sei amici che adesso in quello stesso posto continuava la sua vita a Los Angeles, lontano dai suoi amici storici. Un peccato, certo, non poter vedere più il set di Friends in quella che è stata la sua collocazione naturale per 9 anni, ma vedere il set di Joey vi posso assicurare che è stato ugualmente emozionante, specialmente per chi ha già avuto modo di apprezzare la prima serie dello spin-off di Friends. Il set di Joey è come un enorme palco suddiviso in più ambienti: il primo ambiente sulla estrema sinistra è la camera da letto (quella che dovrebbe trovarsi al piano superiore), alla sua destra c'è invece l'ufficio di Bobbie, il super-agent :). Dopo questi due ambienti troviamo la parte del set più largamente frequentata dagli attori: la veranda, poi il soggiorno con la cucina, e subito fuori il cortile del condominio con la piccola jacuzzi. L'appartamento di Alex non fa parte del set "permanente", e credo che per quelle poche scene nel suo appartamento abbiano utilizzato l'appartamento di Joey un po' riorganizzato.

La guida ha spiegato nei dettagli come in soli 5 giorni nasca una puntata di una sit-com. Da sottolineare un aneddoto molto simpatico successo l'anno scorso: durante le prove generali in genere sono presenti rappresentanti degli sponsor e delle società che hanno acquistato gli spot durante la messa in onda della serie. In una puntata Joey avrebbe dovuto fare una scommessa che lo avrebbe impegnato a mangiare una quantità enorme di pizza fino alla nausea, che avrebbe portato Joey alla decisione di non mangiare mai più pizza. Al che un rappresentante di una nota catena di fast food che serve principalmente pizza (chissà quale? :) ), ha commentato: "Molto divertente, complimenti, ma non si potrebbe cambiare il cibo con qualcosa di meno "nazionale", non so tipo il sushi?" Ovviamente, ha spiegato la guida, un consiglio da parte degli sponsor è preso come più che un ordine e, non avendo senso fare la parodia sul sushi per uno come Joey, la storia è stata riscritta.

Come è già ampiamente risaputo, la guida ha ribadito che l'ingresso per assistere alla registrazione di una puntata è totalmente gratuito, che non esistono insegne o luci che invitino gli spettatori a ridere, o applaudire, e che tutte le emozioni che prova il pubblico in sala sono attentamente osservate dai produttori e dagli assistenti di studio per cercare di capire se il divertimento è autentico. Per concludere se qualcuno un giorno riuscirà a sedersi su quelle poltrone per assistere alla registrazione di un episodio, il consiglio è quello di vestirsi in maniera molto pesante indipendentemente dalla stagione, in quanto per non far sudare gli attori sotto i riflettori, l'aria condizionata è molto forte... e per dirlo un americano vuol dire che la temperatura sarà al di sotto dello zero! :) Quando esco dal padiglione sono ancora sotto shock, risalgo sul cart che devo sembrare catatonico, il giro ricomincia e il vento in faccia mi fa un po' riprendere.

Nel passare tra le viarelle degli studios incappiamo in una pausa delle riprese di chissà quale film, non si contano, infatti, le comparse (ridotte davvero male) che passeggiavano tanquillamente chiacchierando tra loro. In particolare un fattorino di un albergo con la faccia insanguinata e un uomo d'affari con i vestiti bruciati e il volto tumefatto si facevano grosse risate, e ci hanno salutato con la mano quando siamo passati. La fotocamera è ancora nello stipetto sotto il culo della guida (maledetto!).

Quarta fermata: Appena scesi la guida ci fa reimpossessare delle tanto agognate fotocamere, cosa che porta a pensare che non ci saranno cose troppo interessanti da vedere, almeno fino al prossimo sequestro.

Quanto mi sbagliavo!!!

Il tendone dentro il quale entriamo è pieno di auto "famose", da quella del primo "Batman" con Michael Keaton e Kim Basinger, a quella dell'ultimissimo "Hazzard" con Jessica Simpson, passando per la Ford Torino di Ben Stiller e Owen Wilson nel remake cinematografico di Starsky e Hutch. Immancabile a questo punto la foto davanti al green screen dove il computer sostituirà al verde l'auto di Bo&Luke che ti passa a mezz'aria sulla testa. Ritiro della foto all'uscita, incredibilmente gratis! Altro giro sul cart, altra corsa.

Quinta fermata: Il padiglione in cui entriamo è molto più piccolo rispetto agli altri e solo apparentemente più trascurato. Ben illuminato davanti a noi c'è un pannello di truciolato grezzo alto circa tre metri e mezzo che non arriva al soffitto. Dallo spazio aperto lasciato tra il pannello e il soffitto, si intravedono un paio di telecamere di sorveglianza puntate al di là del pannello verso l'ambiente adiacente, dal quale ormai ci separa soltanto una porticina semichiusa. Non appena varcata la porta il cambio di "paesaggio" mi ha lasciato letteralmente frastornato. Sotto le luci dei riflettori potenti risalta un'ambiente tirato a lucido e curato nei minimi particolari, una freccia al neon con su scritto "Service" indica alla mia sinistra quello che sembra essere un bancone di un bar in piena regola, mentre davanti a me di profilo c'è un divanetto, due poltrone e un tavolino con su dei tazzoni colorati. Gli stessi tazzoni sono disegnati stilizzati sulla porta e sulla vetrata che si intravedono in lontananza dietro un palchetto con un microfono e una chitarra in piedi, quasi a virgolettare il nome del caffè forse più famoso del mondo: il "Central Perk".

Ci ho messo un po' a capirlo soprattutto perchè l'ingresso della stanza era posto sulla destra del divano, e da quella prospettiva nel telefilm, il Central Perk non si vede quasi mai. Non appena sono riuscito di nuovo a respirare normalmente mi sono accorto di avere la fotocamera stretta nelle mani, e immediatamente in preda ad un raptus, ho iniziato a scattare foto all'impazzata. Il tempo purtroppo era pochissimo, altri gruppi aspettavano fuori il loro turno, ma nessuno al mondo mi avrebbe mai impedito di sedermi finalmente su quel divano (e giù foto!) e calcare il palchetto dove Phoebe ha insegnato al mondo "Smelly Cat" (e ancora foto!). La visita agli Studios, fino a quel momento, aveva superato ogni più rosea aspettativa.

Se il tour fosse finito lì sarei stato già ampiamente soddisfatto, tuttavia, la ciliegina sulla torta doveva ancora arrivare. Usciti dal Central Perk ci siamo incamminati verso l'edificio adiacente per ammirare la collezione dei "Proops" (?!?) che, detto così, non ha detto niente neanche a me, almeno fin quando la guida non ha spiegato che tutti (o quasi) gli oggetti di scena vengono conservati in questa specie di enorme magazzino e senza nessun tipo di catalogazione. L'unica accortezza che si usa è suddividere i vari oggetti in base a funzione, forma e colore. Un piccolo bigliettino su qualche proop indica anche il film (o telefilm) in cui quell'oggetto è stato utilizzato. Così, impegnato in una specie di caccia al tesoro, ho cercato invano di scovare anche uno solo degli oggetti usati per allestire il set di Friends, ma niente da fare: possibile che siano tutti spariti?

Si ritorna sui cart e stavolta per l'ultima volta. Ultima fermata: sceso dal cart, saluto la guida e seguo il gruppo che entra nell'edificio davanti al quale siamo stati "scaricati". All'ingresso due agenti di vigilanza fanno riporre borse, borsette e fotocamere in degli armadietti. "Li ritirerete all'uscita!". Signorsì, e continuo a seguire il gruppo in quello che sembra essere una specie di museo. Subito noto un manichino con indosso la tutina di Superman. Un cartellino posto in basso sostiene che quello sia l'abito originale indossato per girare Lois and Clark, un peccato non poterlo fotografare. "Vieni qua subito!!" - Mia sorella mi strattona per un braccio e mi conduce verso l'ala sinistra della sala. Sgrano gli occhi incredulo, ma d'altronde avrei dovuto immaginarlo, visto che ci avevano sequestrato di nuovo la fotocamera. :)

Il primo oggetto del "reliquiario" su cui mi sono fiondato è stato il frigorifero di Monica (chiuso), quel frigorifero senza il quale Joey probabilmente sarebbe morto di fame dopo 5-6 puntate. Di fronte al frigorifero, il mitico tavolo della cucina con le sedie e sulla destra una delle tante credenze (l'unica superstite) con dentro ogni ben di Dio. Ancora sulla destra si passa a ciò che è rimasto degli arredi dell'appartamento di Joey e Chandler, in rapida successione: una delle due poltrone "lazy boy", il calcio balilla e il cagnone di porcellana. In una vetrinetta fissata alla parete si trovano poi alcuni degli oggetti usati sul set in alcuni episodi: il "Soap Opera Digest" con Joey Tribbiani in copertina, la pallina con cui stabilire il record dei passaggi, la scatola dei biscotti dei fringuellini d'america, le due promesse matrimoniali di Monica e Chandler, i copioni originali e autografati dal cast del primo e dell'ultimo episodio della serie e potrei dimenticarmi qualcosa, ma insomma tutto ciò che del set originale è ancora possibile vedere si trova attualmente all'interno del museo, in una mostra che è stata allestita quando è finita la produzione della serie.

Una volta tornato con i piedi per terra e smaltiti gli effetti dell'estasi, ho proseguito per visitare il resto del museo. Ho capito successivamente che il piano inferiore è dedicato ai telefilm (e Friends è decisamente quello più rappresentato), mentre quello superiore è dedicato di volta in volta alle mostre sui film recenti di maggior successo (Harry Potter fino a dicembre). Così dopo essermi fatto rassicurare dal cappello parlante sulla mia indole da "Grifon D'Oro", mi sono avviato di nuovo al piano di sotto verso l'uscita, non prima però di aver contemplato, per l'ultima volta, la zona dedicata a Friends.

Mi ricordo che guardavo su un monitor una serie di sequenze montate del telefilm in cui comparivano gli oggetti esposti, quando, ad un certo punto, ho visto riflesso nello schermo l'ultimo fotogramma del season finale dell'ultima serie: la cornice che intrappolava lo spioncino. Mi sono girato e mi sono reso conto che la porta d'ingresso dell'appartamento di Monica era stata esposta in una posizione abbastanza infelice, per cui solo tornando verso l'uscita la si poteva intravedere sulla destra. Anche qui una bella emozione: toccare con mano quella porta, quella maniglia, e finalmente guardare attraverso quello spioncino (clamorosamente falso!! :) ) è stata la conclusione più appropriata e se vogliamo "coerente" a questa esperienza davvero entusiasmante e che consiglio vivamente a tutti.

Pizza67

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